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La world music (in italiano: musica del mondo) è un genere musicale di contaminazione fra elementi di popular music e musica tradizionale (folk e etnica).
Alcuni esempi di questo genere sono l'opera di Peter Gabriel o di Paul Simon. I progetti musicali che attingono a tradizioni culturali diverse tendono a travalicare le classificazioni tradizionali; in questo senso, per world music si intende anche, talvolta, l'opera di artisti che rifiutano di adottare un qualsiasi specifico linguaggio musicale tradizionale, o addirittura, nell'accezione estrema, "tutta la musica del mondo", intesa come un tessuto continuo di esperienze correlate e componibili, in opposizione alla visione tradizionale della musica suddivisa in generi e tradizioni musicali indipendenti.

Come "world music" vengono classificati, in modo simmetrico, quegli artisti africani, sudamericani e così via che sono stati "scoperti" dal "business" della musica pop e che in genere seguono un percorso musicale inverso, partendo dalle proprie tradizioni musicali e "sposandole" a schemi adatti a essere ben accolti dal pubblico europeo e statunitense (come Youssou N'Dour, Ladysmith Black Mambazo, Papa Wemba e altri).
Data l'evoluzione dei sistemi di trasporto e di comunicazione anche solo rispetto all'inizio del XX secolo, non stupisce che le tradizioni occidentali vengano in contatto con quelle di altre culture, con reciproca influenza; in questo senso, è verosimile che il confine fra quella che viene chiamata pop music e la musica etnica diventi via via più sfuggente. I critici di questa tendenza osservano che essa potrebbe portare, sul lungo periodo, a una sostanziale "globalizzazione" della musica che coinciderebbe con un depauperamento delle tradizioni musicali dei popoli. Da questa preoccupazione nasce quindi, come contromisura, l'interesse per lo studio e la preservazione delle tradizioni musicali dei paesi del terzo mondo.

In italia:
In Italia, e prima delle produzioni di Gabriel, il primo artista a produrre un lavoro discografico di grande levatura etnica è stato Fabrizio De André che, nel 1984, insieme al musicista Mauro Pagani, diede alla luce l'album Crêuza de mä, interamente in lingua genovese, con arrangiamenti musicali arabeggianti eseguiti con strumenti tipici mediterranei. Questo esperimento ebbe un vasto successo di pubblico e di consensi da parte della critica (anche straniera) e che lo inserì a pieno titolo tra le opere che mutarono storicamente il panorama musicale.
Il secondo esempio di "world music" italiano, è sicuramente il brano Amala, tratto dall'omonimo album, rilasciato nel 1992, dalla cantautrice italiana Giuni Russo. Il brano Amala, scritto dalla stessa Russo, con la collaborazione di Maria Antonietta Sisini e di Davide Tortorella, è ricco di sonorità e arrangiamenti musicali arabeggianti, ed inoltre, il testo, contiene alcune citazioni dal romanzo Guerra e pace di Tolstoj.
Un altro artista a portare un album di grande levatura in italia è Mango, in particolare con i suoi due album "Sirtaki" del 1990 e "Come L'Acqua" del 1992 in cui si notano molti strumenti dal suono etnico combinandoli assieme brillantemente, due album di un sound pop molto particolare ricco di sfaccettature, da allora l'artista ha sempre avuto delle influenze di quel genere nei suoi album successivi, distinguendosi da ogni genere conosciuto in Italia. Recentemente, Pagani ha realizzato un lavoro analogo per "Oggi o dimane" e "Nun è acqua" di Massimo Ranieri. Un altro artista italiano che si può considerare vicino alla world music è Jovanotti, che a partire dall'album L'albero (inciso in Sudafrica) ha fatto largo uso di strumenti e stili musicali africani e sudamericani. .