Jackie-O Motherfucker | it

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Adorati da Sonic Youth e Mogwai, stretti collaboratori di Godspeed You Black Emperor, coccolati dalla stampa specializzata (the Wire ha dedicato loro la copertina qualche tempo fa), i Jackie-O Motherfucker sono uno dei pochi gruppi che potrebbe stare contemporaneamente in un volume dell’Anthology Of American Folk Music come pure in una raccolta della Knitting Factory. Il loro approccio é sicuramente avanguardistico ma il suono é indissolubilmente legato alle radici della musica americana: ne viene fuori quanto di più psichedelico si possa ascoltare nel panorama musicale odierno. Change, loro ultimo disco in studio, è un lungo, infinito, mantra, pura musica “da viaggio”, con tutti i significati possibili che questa definizione comporta. L'andamento dei brani è quello, tipicamente nomade, dei Grateful Dead: chitarre che suonano come sitar, percussioni, tape loops, xilofoni, sax, clarinetti, voci, concorrono a creare un magma sonoro che alterna malinconiche dilatazioni ambientali a concitati slanci rumoristici, blues tribali e digressioni free-jazz. John Fahey, Ornette Coleman, il Tom Waits di Bone Machine, i citati Dead, sono solo alcuni dei riferimenti possibili per un gruppo di culto, alfiere di un'estetica musicale all'insegna della libertà espressiva e della contaminazione tra generi. Concerto da non perdere, arricchito anche da proiezioni di video in super 8. .

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