The Hidden Cameras | it

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Era il 2001 a Toronto quando Joel Gibb definì il progetto Hidden Cameras, in solitudine, con nient'altro che un registratore a quattro piste e tanti strumenti da suonare: chitarre, drum machine, campane, organi, arpe, glockenspiel... Ai suoni, Gibb aggiungeva il suo immaginario, con le radici affondate tanto negli anni Sessanta, quanto nel pop tintinnante degli anni Ottanta.
Le vicende degli Hidden Cameras e del loro fondatore Joel Gibb ricordano le peripezie pop-intelligenti dei Manitoba/Caribou di Dan Snaith, anche lui e la sua band canadesi, tanto nello stile quanto nell'iperattività del proprio leader.

Gli Hidden Cameras sono un gioioso collettivo pop; il loro debutto risale al 2001 con il cd “Ecce Homo”. A seguire hanno pubblicato nel 2003 “The Smell Of Our Own”, nel 2004 “Mississauga Goddam”, nel 2006 “Awoo” e pochi mesi fa il nuovissimo “Origin: Orphan”. La stampa specializzata ha descritto la musica degli Hidden Cameras come un divertente incrocio tra Moldy Peaches, Belle and Sebastian, Smiths e Frogs.

I loro show, curati da Joel Gibb, sono sempre un avvenimento da gustare: sul palco l’organico è variabile e può arrivare a tredici elementi, tra cui coristi, ballerini ed una sezione d’archi. Altrettanto variegati sono gli spazi che ospitano i loro concerti: i club come le gallerie d’arte. Ed anche i loro video, particolarmente curati, sono stati spesso presentati ad importati festival cinematografici.

Il nuovo album è stato registrato fra Toronto e Berlino e pubblicato dalla Arts & Crafts. Tra synth, folk d'autore e pop dal piglio antologico, i nuovi brani di Hidden Cameras ricordano The Flaming Lips, The Polyphonic Spree, Magnetic Fields, Scissor Sisters e Patrick Wolf. Nel disco “Origin: Orphan” trovano spazio anche synth cupi che rimandano agli ultimi Piano Magic, così come potenti cori gospel. Una varietà senza limiti che conferma l’ampia gamma di sonorità ed invenzioni che la band ha a disposizione. .

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