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La Demoscene è un fenomeno di arte e cultura mediatica, o per meglio dire di cultura alternativa che ha avuto il suo momento di massimo splendore a cavallo fra gli anni ottanta e novanta, con l'avvento dei personal computer a 16 bit e dei primi ibridi a 16/32 bit, e principalmente con Amiga ed Atari ST.

Le prime demo sono apparse in realtà già all'epoca dei computer ad 8 bit, dominata dai giganti Apple II, Commodore 64 e ZX Spectrum.

La subcultura nata dall'espandersi del fenomeno demoscene, aveva come scopo quello di farsi conoscere da tutti gli utenti di una determinata piattaforma informatica. Si basava essenzialmente sulla vanità e sul desiderio di farsi notare da parte di programmatori, coder improvvisati, "smanettoni" o semplici appassionati che volevano dimostrare a tutti i costi la loro incredibile abilità nel riuscire, in poche righe di codice macchina, a realizzare stupefacenti animazioni, incredibili performance sonore, minuscoli ma spettacolari giochi, ma principalmente e soprattutto video musicali.

Tutto questo doveva essere realizzato sfruttando al massimo i computer nella loro configurazione di base. I computer non venivano upgradati o moddati, perché chi codificava la "demo" doveva dimostrare le sue capacità partendo da un hardware esclusivamente di base. Così voleva un codice d'onore non scritto che vigeva fra i demo-coder.

Questi programmatori, la cui massa era composta principalmente di adolescenti, o giovani al massimo trentenni, riusciva veramente a fare miracoli e alcuni addirittura a realizzare dei veri piccoli capolavori sfruttando al massimo le capacità dei chip grafici e audio integrati nelle motherboard, così come erano strutturate nei computer degli anni ottanta.

Alcuni ritengono che la demoscene sia stata e sia un vero e proprio fenomeno artistico, o addirittura una nuova forma d'arte. .